Germano Paolini - “Veduta romana”, 2013, olio su tela, cm. 50×60
Minya Mikic - “GAPscape CONTROL”, 2012, acrilico e pigmenti su tela, cm. 100×100
Ennio Calabria - “Studio per figura n°. 2″, 2006, acrilico su tela, cm. 20×40
Cinzia Fiaschi - “Sconfinare”, 2013, tecnica mista su tela, cm. 80×80
Germano Paolini -”Periferia romana”, china acquarellata su carta, cm. 50×70
Partecipano i seguenti artisti: Corrado Angelo, Paola Benelli, Etty Bruni, Edda Carminucci, Claudio Castiglioni, Anna Coppi, Fausta D’ Ubaldo, Claudio Falasca, Luisa Grifoni, Anna Maria Guidantoni, Vladimir Khasiev, Marilena La Mantia, Paolo Lattanzi, Gabriella Morbin, Alfredo Nocerino, Germano Paolini, Roberta Petrangeli, Francesco Puglia, Giovanni Sacchetti, Eleonora Vetromile, Miroslaw Zietek.
Carmelo Consoli - “Paesaggio d’autunno”, olio su tela, cm. 50×60
Minya Mikic - “GAPscape CONTROL”, acrilici e pigmenti su plexiglass, cm. 120×130
Germano Paolini - “Tevere”, olio su tela, cm. 50×70
Fausta D’Ubaldo - “Mercati Traianei I”, tempera su cartoncino
La Galleria della Tartaruga presenta la prima mostra personale della pittrice Fausta D’Ubaldo nella quale verranno esposti dipinti a tempera e tecniche miste dedicati a Roma. Ella stessa ci spiega così il suo amore per la Città Eterna: “Non credo di aver mai deciso di dipingere, l’ho semplicemente fatto fin da bambina.
Quando la vita si è mostrata come un puzzle scomposto, la pittura è stata il filo che ha delicatamente tenuto insieme tutti i pezzi e ha ridato un senso alle cose. Sento di appartenere alla mia città e che lei è parte di me. Questa mostra è dedicata a Roma con tutta la mia gratitudine.”
Il Maestro Pedro Cano nella presentazione in catalogo testimonia: “Fausta D’Ubaldo ama lavorare all’aperto. Porta con se carta, cartoni, acquarelli e tempere e come chiamata da una voce segreta si avvicina alla Roma più profonda: Portico d’Ottavia, Mercati Traianei e soprattutto i Fori. Il suo sguardo cerca in un groviglio di immagini un frammento che l’attendeva che aspettava i suoi colori per essere rappresentato.
Così lei affronta le architetture di epoca imperiale come fossero un materiale al quale si sente di essere fedele e allo stesso tempo la partenza per un viaggio nella pittura in piena libertà. I colori dei mattoni prendono luminescenze rossastre e zafferano e parte dei marmi si colorano di malva e viola. I cieli si scuriscono o a volte diventano paglierini. Fausta compone le sue opere a partire da schemi geometrici dopo aver fatto un disegno a grafito dove cattura le essenze del luogo.
I suoi anni all’Accademia di Belle Arti le hanno conferito un enorme spessore che le permette ora di affrontare il suo lavoro. La rapidità del digitale è stata abolita e solo gli occhi, la mente e le mani costruiscono piano piano, solo con l’aiuto di pennelli colori e acqua, queste belle visioni romane a testimoniare che la pittura come la città di Roma, può essere allo stesso tempo nuova ed eterna.”
Antonio Corpora - “Senza titolo”, pastelli su carta velluto, cm. 65×50